Le vallate attraversate dai fiumi Santerno, Senio, Sintria e Lamone, che solcano gli Appennini nella parte occidentale della Romagna, sono intersecate da una imponente dorsale di gesso selenitico, conosciuta come Vena del Gesso Romagnola. Questa dorsale di solfato di calcio, lunga 25 chilometri e di larghezza variabile fino a 1 chilometro, rappresenta la più imponente formazione gessosa in Italia.

Il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, istituito nel 2005 per la conservazione e la valorizzazione di questo affioramento, è un’area naturale protetta di oltre 6.000 ettari che comprende zone a tutela integrale, zone interessate da attività agricole e tradizionali, borghi storici e nuclei urbani, oltre che aree con funzione di transizione e connessione rispetto al territorio del Parco stesso.  L’area protetta ricade in sei Comuni: Casalfiumanese, Borgo Tossignano e Fontanelice, in provincia di Bologna, Casola Valsenio, Riolo Terme e Brisighella in provincia di Ravenna.

Il Parco si distingue per le sue peculiari morfologie carsiche, che includono doline, inghiottitoi, valli cieche e oltre 200 grotte, tra le quali la “Grotta Tanaccia”, localizzata nei pressi di Brisighella, e la famosa “Grotta del Re Tiberio” di Borgo Rivola, a pochi passi da Riolo Terme.

La Vena del Gesso Romagnola si caratterizza per la sua imponenza, la straordinaria varietà morfologica e la tipicità della flora e della fauna, costituendo una ricchezza naturale e storica inestimabile.

A settembre 2023, dopo anni di studi e ricerche e a soli 18 mesi dalla presentazione ufficiale della candidatura a Parigi con il Nomination Dossier, è giunto il riconoscimento da parte dell’UNESCO e l’inserimento della Vena del Gesso Romagnola nel sito naturale Patrimonio Mondiale “Carsismo e grotte nelle Evaporiti dell’Appennino settentrionale”; attestato che ne sottolinea l’importanza, l’unicità e la necessità di conservazione.